La riscrittura del mito classico di Cassandra firmata da Sergio Blanco debutta a Bologna.
Kassandra, adattamento dell’omonimo testo del drammaturgo franco-uruguayano Sergio Blanco, debutta in questi giorni a Bologna. In scena l’attrice e cantante Roberta Lidia De Stefano - che firma anche le musiche originali, diretta da Maria Vittoria Bellingeri.
Cassandra in versione ipercontemporanea
Kassandra è una riscrittura contemporanea dell’antico mito di Cassandra, un testo scritto dal regista Sergio Blanco nel 2008 significativamente proprio ad Atene, in piena crisi economica, e rappresentato per la prima volta in Italia.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
La protagonista è una donna “in transito”, senza un'identità fissa, né indirizzo, né paese: una storia che affonda nel mito ma è iper-contemporanea rivelando una Kassandra fluida, immigrata, puttana, divertente e spudorata.
Blanco ambienta la vicenda in un sordido bar ai confini della periferia di una città. Kassandra, in fuga dalla guerra di Troia, è una migrante senza casa che vive in una macchina e cerca di sopravvivere, vendendo le sigarette e il suo corpo.
L’eroina di Blanco si perde nelle parole di una lingua non sua – che parla con difficoltà, in qualche bicchiere di troppo oltre che in sé stessa; con la noncuranza e la spregiudicatezza dei visionari Kassandra la straniera accoglie il pubblico, lo seduce e a lui si dona raccontandosi senza filtri. Una performance ironica, divertente, ma profondamente toccante, che parla dell’oggi attraverso il mito.
Kassandra rivendica con determinazione la propria esistenza e il “diritto alla Verità”: i suoi monologhi affrontano temi quali l’intolleranza per la cultura del diverso, la lotta di classe, il mancato riconoscimento dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale.
Affermano la regista Maria Vittoria Bellingeri e l’interprete Roberta Lidia De Stefano:“Dare ascolto a Kassandra significherebbe assumersi il rischio di abbandonare il pensiero comune, ci imporrebbe di agire fuori dalle comode logiche di potere da salotto. Kassandra chiama dunque ad un agire coraggioso, pericoloso, autentico, che costa fatica. Il suo aver deciso di “esserci” è scelta drammatica, importante, rischiosa. La sua potenza sta nel suo essere testimonianza”.
Come già avvenuto per altri testi composti dal drammaturgo e regista franco-uruguayano, Kassandra nasce come sfida per cercare di rappresentare attraverso il mito, in questo caso della tragica profetessa, la nostra stessa contemporaneità, il nostro presente attuale osservato però dalla parte dei reietti, da parte di un’umanità marginale, ai margini dello spazio, del tempo e di ogni identità, storica e individuale.
Una ricerca che, attraverso la sovrapposizione e la mescolanza di finzione e verità, ‘Storia’ e racconto individuale, si riversa in primo luogo sul linguaggio, sulla sperimentazione di strumenti linguistici ed espressivi in grado di dire la complessità del nostro tempo, di provare a far affiorare una autenticità che è stata sepolta da una tradizione antica forse ormai inadeguata, se non addirittura falsa.
Fra Montevideo e Parigi
Blanco, drammaturgo e regista teatrale, ha trascorso la sua infanzia e adolescenza a Montevideo e attualmente vive a Parigi. Dopo aver studiato filologia classica, decide di dedicarsi interamente alla scrittura e alla regia teatrale.
Le sue opere hanno ricevuto diversi riconoscimenti, tra i quali il Premio Nazionale di Drammaturgia dell'Uruguay, il Premio di Drammaturgia del Comune di Montevideo, il Premio del Fondo Nazionale del Teatro, il Premio Florencio come miglior drammaturgo, il Premio Internazionale Casa de las Américas e il Premio del Teatro come miglior testo in Grecia. Nel 2017 e nel 2021 ha ricevuto il British Award Off West End a Londra, rispettivamente per Tebas Land e poi per L’ira di Narciso.
Blanco, noto per la sua straordinaria abilità nel narrare la vita contemporanea, camminando su quel confine tra finzione e realtà che inevitabilmente oggi la caratterizza, è fautore di autofinzioni in cui mette e non mette in scena sé stesso, tecnica che – parole sue – “in realtà va alla ricerca degli altri, permettendo di correggere ed esporre le proprie zone oscure”.